Descrizione
Situato in via Ronchetti 29, nell'ex residenza della famiglia Bonorandi, il museo offre un percorso che illustra le fasi di estrazione, lavorazione e commercializzazione delle coti, evidenziando l'importanza storica di questa attività per la comunità locale.
Orari di apertura:
Primo sabato di ogni mese: 16:30 - 18:30.
Visite guidate e laboratori didattici su prenotazione.
Le Pietre Coti
Un patrimonio di cultura materiale
La necessità di salvaguardare il patrimonio storico e culturale di una comunità, di un paese, di una regione si è imposta in questi ultimi anni come fondamentale ed imprescindibile per tutti coloro che hanno a cuore le sorti della società civile e le prospettive del suo avvenire.
Oggi più che mai si sente l’urgenza di intraprendere la strada della conservazione e della valorizzazione di un patrimonio di cultura e di saperi che i nostri maggiori ci hanno lasciato in eredità e che rischia di scomparire travolto dall’incuria e dall’abbandono. Un patrimonio che merita di essere conosciuto ed apprezzato poiché racchiude un’infi nità di informazioni e di conoscenze che possono aiutarci a capire il nostro passato ed a rifl ettere sul nostro futuro.
Da quasi mezzo secolo si sono manifestati i segni di una nuova attenzione e di un profi cuo interesse nei confronti della cultura delle grandi masse che erano rimaste escluse, per così dire, dalla storia: esse non possedevano l’uso della parola scritta e la loro presenza nelle ricostruzioni storiche era quasi sempre avvolta da un alone di indeterminatezza o di generico folclorismo.
Così oggi si assiste alla nascita di numerosi musei che rivolgono la loro attenzione al mondo rurale e paleo-industriale ed alla cultura delle classi popolari.
Le pietre coti
Il Museo delle Pietre Coti va ad inserirsi a pieno titolo, con una sua specificità e originalità, tra queste lodevoli e significative iniziative e ha una particolare rilevanza culturale e documentaria dato che proprio nella bassa valle Seriana l’industria delle coti ha avuto lungo i secoli uno dei suoi centri di escavazione e di lavorazione. Nembro e Pradalunga sono stati infatti per secoli territori di produzione e di commercializzazione delle coti, le indispensabili pietre che servono per ridare il filo agli attrezzi da taglio, in particolare alla falce fienaia.
Nembro in particolare si caratterizzò, specialmente nell’ultimo secolo, quale centro di lavorazione e di spedizione delle coti che dal paese partivano alla volta dei paesi europei ed extraeuropei.
Le fonti scritte attestano questa importanza dell’industria delle coti per l’economia di Nembro, di Pradalunga e, in misura minore, degli altri paesi in cui in diverso modo essa era attiva, Albino, Palazzago, Grone, Foresto Sparso.
Nell’Ottocento in queste contrade ben mille persone trovavano occupazione in vario modo nelle attività di lavorazione delle pietre: non solo gli uomini addetti all’escavazione, al trasporto, alla cernita ed al taglio, ma anche donne e bambini che prestavano la loro opera nella levigazione, sovente effettuata nell’ambito domestico.
Nembro. La formazione del territorio e la comparsa dell'uomo
Di seguito il fascicolo "Nembro: La formazione del territorio e la comparsa dell'uomo"
a cura di Michele Rinaldi, Andrea Filisetti, Laura Palombo, Andrea Pezzotta, Alba Gentili e Jennifer Alvino.
Nembro. La formazione del territorio e la comparsa dell'uomo:
- Autori ed indice
- Capitolo 1: Le rocce e i siti di coltivazione del territorio di Nembro - a cura di Michele Rinaldi
- Capitolo 2: La paleontologia del territorio di Nembro. Resti fossili di chi viveva nel territorio del Comune prima dell’uomo - a cura di Andrea Filisetti
- Capitolo 3: La geologia tettonica e strutturale - a cura di Laura Palombo
- Capitolo 4: Geomorfologia. I processi che modellano il paesaggio di Nembro - a cura di Alba Gentili ed Andrea Pezzotta
- Capitolo 5: Contributo allo studio della comparsa dell’uomo sul territorio di Nembro - a cura di Jennifer Alvino
Servizi presenti nel luogo
Visite Guidate
È possibile organizzare, previo appuntamento, visite guidate per gruppi o laboratori didattici per scuole, anche in giorni ed orari diversi da quelli indicati.
MUPIC - Museo delle Pietre Coti della Valle Seriana
È nato con l’intento di salvaguardare il patrimonio storico e culturale legato alla escavazione, lavorazione e commercializzazione delle coti , le indispensabili pietre che servono per ridare il filo agli attrezzi da taglio, in particolare alla falce fienaia, la cui perfetta efficienza era essenziale nell’economia agricola tradizionale per l’approvvigionamento annuale dei foraggi.
Nembro, Pradalunga e Albino furono per secoli i centri di produzione di pietre coti la cui qualità non temeva concorrenza.
La meccanizzazione dell’agricoltura ha sospinto ai margini questa industria che nel secolo XIX contava ancora in Bergamasca quasi un migliaio di addetti, tra uomini e donne. Il museo è situato a Nembro, in via Ronchetti 29, nella casa che appartenne alla famiglia Bonorandi.
È stato inaugurato e aperto al pubblico il 23 dicembre 2007.
Casa Bonorandi
Questo edificio, ora sede del MUPIC, il Museo delle Pietre Coti della Valle Seriana, appartenne alla famiglia Bonorandi, titolare di una delle due ditte produttrici di pietre coti esistenti a Nembro, azienda che fu attiva sino ai primi anni Sessanta del Novecento. In questa casa la famiglia Bonorandi risedette per decenni; nelle immediate adiacenze dell’abitazione esistevano i laboratori per la lavorazione delle lastre di pietra estratte dalle cave della Valcossera e della valle del Luio.
La famiglia Bonorandi, che annovera tra i suoi componenti anche due patrioti che combatterono nelle guerre risorgimentali, proveniva dalla Svizzera e si dedicò all’attività estrattiva delle coti in territorio nembrese dalla metà del secolo XIX. I Bonorandi erano originari di Lavin, in Engadina: l’interesse per le pietre coti derivava loro anche dal fatto che nella regione d’origine le coti bergamasche erano conosciute ed ampiamente utilizzate sui vasti prati stabili che fornivano il foraggio per un cospicuo e diffuso allevamento bovino.
Itinerario di visita
Il Museo delle Pietre Coti della Valle Seriana offre al visitatore la possibilità di conoscere direttamente le diverse fasi della lunga, difficile e pericolosa escavazione delle coti praticata in gallerie che si estendevano per centinaia di metri «nelle viscere della montagna»; le particolari tecniche di lavorazione che permettevano di ricavare le coti dalle lastre di pietra buona cavate; i successivi passaggi legati alla levigazione, rifinitura, etichettatura, imballaggio e spedizione delle coti, in gran parte destinate a mercati stranieri. L’itinerario espositivo, particolarmente curato e suggestivo, accompagna il visitatore dalla cava e dall’ambiente naturale in cui essa è situata, sino ai mercati, sparsi per il mondo, di destinazione delle «perfettissime» coti bergamasche. Accanto alle attrezzature specifiche - da segnalare l’imponente fitadura meccanica un tempo mossa dalla forza idraulica, destinata alla levigazione delle pietre - una serie di pannelli illustra le varie fasi della lavorazione e documenta l’antichità, l’importanza e le singolari caratteristiche geologiche delle coti bergamasche. Una postazione video permette di osservare dal vivo l’uso della pietra cote durante le fasi della fienagione tradizionale. Uno spazio didattico al piano superiore permette di svolgere attività interattive legate alla lavorazione delle pietre coti.
Una sezione documentaria è in fase di allestimento.
Modalità d'accesso
- Ingresso accessibile in sedia a rotelle
- Parcheggio accessibile in sedia a rotelle
Indirizzo
Orario per il pubblico
Orari di Apertura Pubblico
Il primo sabato di ogni mese dalle 16.30 alle 18.30
Punti di contatto
Galleria d'immagini
Ultimo aggiornamento: 12 maggio 2025, 14:38